Il Santuario

I Cipressi


Un'équipe di studiosi, a seguito di attente analisi eseguite sui cipressi prodigiosi posti sulla facciata del Santuario, arriva alle seguenti conclusioni:


"Dal Ministero dell'Agricoltura e Foreste, il Maggiore Dott. Siciliani, il capitano Dott. Mori ed altri 1'anno 1952; dopo aver constatato, de visu et de facto,le basi troncali dei cipressi verdeggianti, posti sulla dura pietra, senza terra, pensando che fossero ibridi, staccarono alcune bacche, per vedere se erano riproduttive. I semi estratti vennero impiantati alla Scuola Forestale di Latina e da essi nacquero piantine. Quindi non sono né mummificati, né ibridi, ma riproduttivi". Nel 1976 furono eseguite ricognizioni da altri studiosi botanici dell'Inghilterra, accompagnati da sacerdoti. Dal Brasile vennero altri esperti, perchè informati dal Cardinale Neves, Arcivescovo di Bachia, il quale era stato a venerare la Vergine del Colle il 15 ottobre 1987 e, come ricordo, volle portare con se una bacca di cipressi. Altri ancora vennero. Dall'Istituto di Scienze Forestali di Firenze e vennero persino dal Cairo ad esaminare le piante prodigiose. Tutti sono restati meravigliati di come quei due rami di cipresso, poggiati sopra un cornicione di dura roccia calcar, pianta bisognosa di fittone per sorreggersi, vegetano rigogliosi da 365 anni, sempre verdi, producendo ogni anno fresche bacche.

Nessuno ha saputo fornire una spiegazione scientifica. La presenza vegetativa dei due rami di cipresso stiano a testimoniare la promessa della Madonna fatta al giovane veggente, Gabriele Mattei, la notte del 15 settembre 1602, come narra il padre domenicano Antonio M. Battista nell'anno 1683: "Quando sarà Consacrato il Tempio in mio onore, farò risplendere un prodigio che testimonierà, nei secoli la mia presenza."
Sarà questo il prodigio promesso dalla Madonna?

Il Santuario ha una sua particolarità che è ritenuta, e forse lo è, d'origine soprannaturale: sul cornicione della facciata in posizione quasi simmetrica, vi sono due cipressi.
Quando l'8 settembre del 1628 il Santuario fu inaugurato, si adornò la facciata del tempio con festoni di alloro e di mirto e sul cornicione furono fissati con chiodi vari rami di cipresso. Qualche giorno dopo mentre si procedeva a togliere l'addobbo dalla facciata, fu trovato che due dei rami di cipresso avevano fatto presa sul cornicione stesso tutto di travertino compatto, fresco di calce, senza un granello di terra. Un miracolo?

Vi sono altri monumenti sui quali in epoca più o meno lontana sono cresciuti alberi e piante anche d'alto fusto. Ma vi sono nate da qualche seme portato dal vento, trovando in qualche vecchia screpolatura o piccolo anfratto, l'umus per allignare e crescere. Comunque da oltre tre secoli i cipressi solo lì: non crescono, non seccano, sempre verdi a ricordare se non altro il giorno della inaugurazione del Santuario.

Facciata del Santuario

I cipressi del Santuario

L'altare maggiore

Il Nuovo Organo

Gabriele Mattei - "Fra Deo Gratias"


 

 


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