Il
Parmigianino fuggito a Bologna da Roma nel 1527, l'artista
si trattenne nel capoluogo emiliano fino al 1531, fornendo in questo
periodo opere in cui si andava facendo sempre piu dichiarata, in
una forma intellettualisticamente astratta, la negazione della dolce
e sfumata maniera correggesca.
Ritornato a Parma nel 1531, il Parmigianino iniziò gli affreschi
commessigli per la chiesa della Steccata che, secondo il contratto,
avrebbero dovuto decorare l'abside e il sottarco dall'altare maggiore
e che avrebbero dovuto essere terminati entro 18 mesi.
Dopo ripetuti interventi da parte dei committenti per fare ultimare
gli affreschi che erano stati eseguiti solo nel sottarco, l'artista
nel 1539 fu per loro ordine incarcerato.
Liberato, fuggi a Casalmaggiore e l'incarico per la decorazione
dell'abside fu affidato a Giulio Romano che, nonostante le
sollecitazioni del Parmigianino stesso affinché desistesse
dall'impresa, accettò, per quanto il suo intervento alla fine si
sia limitato all'invio di un disegno.
E proprio nell'esilio di Casalmaggiore, dopo quest'ultimo doloroso
atto della sua esistenza, il Parmigianino morì nello
stesso anno 1540. Splendido frutto della sua ultima stagione, questo
sottarco, che presenta alle estremità le figure di sei Vergini,
testimonia l'eleganza formale dello stile dell'artista che allunga
nel suo caratteristico modo le "silouhettes" delle figure stilizzate
e raffinatissime nel cangiante modularsi delle leggere pieghe delle
vesti.
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