Queste due ante d'organo, che furono in seguito ampliate
dal fiammingo Giovanni Soens, sono opera giovanile di Francesco
Mazzola, detto il Parmigianino, al cui nome e al la cui arte
la chiesa della Steccata è legata per gli incompiuti affreschi della
cappella dell'altare maggiore.
Nato a Parma nel 1503, il Parmigianino ebbe
una breve e tormentata vita (morì infatti nel 1540) a causa del
suo spirito irrequieto e insoddisfatto. Appartenente a una famiglia
di mediocri pittori, il giovane Francesco "Si era educato
al lume raro e discreto" di quella civilissima atmosfera di
tardo rinascimento che emanava da Correggio, genio di cultura
antieroica, tenera e voluttuosa...
Ma la sua predestinazione manierista era stata certamente
agevolata dalle eleganti interpretazioni di pensieri beccafumani
che si riflettono nelle opere di Michelangelo Anselmi trasferitosi
da Siena a Parma nel 1521 e insieme al quale aveva lavorato nella
chiesa di San Giovanni Evangelista" (Briganti).
Già padrone di un proprio personale linguaggio, testimoniato
da numerosi dipinti e dalla deliziosa decorazione ad affresco con
la "Storia di Diana e Atteone" in una piccola stanza del
castello di Fontanellato, il Parmigianino nel 1524 si recò
a Roma dove, con lo studio diretto delle opere di Raffaello
e di Michelangelo e gli stretti rapporti con il Rosso,
Perin del Vaga e Giulio Romano, raffinò e maturò sempre
più coerentemente i propri modi pittorici, pur non riscuotendo nella
città gli sperati successi artistici.
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